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mercoledì 13 luglio 2022

Nba Summer League

La National Basketball Association Summer League è la lega professionistica di pallacanestro organizzata dalla NBA subito dopo il draft NBA di fine giugno. Le squadre che partecipano sono le franchigie NBA, rappresentate da giocatori che hanno giocato 3 o meno anni in NBA insieme ai nuovi talenti del draft.Le regole della lega sono uguali a quelle della NBA eccetto il limite di falli che è pari a 10 falli (in NBA è di 6 falli). Inoltre, le partite durano 40 minuti e non 48 come le partite della stagione regolare.

Con l'espressione NBA Summer League si intende sia la competizione organizzata a Las Vegas, che è per distacco la più importante, sia altri tornei come la Utah Jazz Summer League, precedentemente conosciuta come Rocky Mountain Revue, e la Orlando Pro Summer League, la cui ultima edizione si è tenuta nel 2017. Inoltre viene assegnato sia un premio di MVP del torneo sia un riconoscimento come MVP della finale.


Andrea Gurrado

martedì 12 luglio 2022

Nba: Gallinari passa ufficialmente ai Boston Celtics

Boston (Stati Uniti), – “Il posto che ho sempre sognato”. Con queste poche parole e una sua foto in maglia biancoverde Danilo Gallinari ha di fatto ufficializzato il suo passaggio ai Boston Celtics. Il “Gallo”, dopo essere stato tagliato dai San Antonio Spurs, dove era arrivato nell’ambito della trade che ha portato Dejounte Murray a vestire la casacca degli Atlanta Hawks, ha infatti sciolto le riserve respingendo le lusinghe di altre franchigie importanti come i Miami Heat e firmando un contratto di un anno con opzione per il secondo a favore del giocatore da 13 milioni di dollari complessivi. Soldi che vanno ad aggiungersi ad altri 12-13 milioni che il giocatore percepirà dopo il taglio da San Antonio. Originariamente, infatti, Gallinari avrebbe avuto la garanzia di percepire soltanto 5 dei 20 milioni di contratto previsti per il terzo anno del triennale firmato con Atlanta nel 2020, ma un accordo con gli Spurs al momento del suo “approdo” a San Antonio e prima del taglio ha fatto lievitare questa cifra.

Il “Gallo”, che è reduce da una stagione in cui ha viaggiato a una media di 11.7 punti, 4.7 rimbalzi e 1.7 assist, corona così il sogno di approdare con un ruolo importante – sarà probabilmente la prima punta di diamante in uscita dalla panchina tra le ali – in una squadra pronta a giocarsi il titolo come già dimostrato alle ultime “Finals” e va ad aggiungersi a un’altra importante addizione come Malcolm Brogdon che non più tardi di pochi giorni fa ha sposato il progetto dei Celtics. Due colpi accolti con grande favore dalla stella della squadra Jayson Tatum: “E’ fantastico e ottimo per noi – ha infatti commentato il numero 0 biancoverde –. Sono due giocatori esperti e che possono farci fare un ulteriore salto di qualità. Sono entusiasta del loro arrivo”.

venerdì 24 giugno 2022

Draft NBA: Paolo Banchero la scelta numero 1 degli Orlando Magic

L’italo-americano Paolo Banchero, che ha di recente dichiarato di voler giocare per la nazionale italiana, è stato ufficialmente selezionato con la scelta numero uno dagli Orlando Magic. 

Banchero è considerato un giocatore molto versatile, con le capacità di un playmaker e da ottimo marcatore. Il talento di Duke è alto 2,08 metri e pesa 113 kg, garantendogli così anche una certa fisicità. Nella scorsa stagione ha registrato 17.2 punti, 7.8 rimbalzi e 3.2 assist. Nel 2022 è stato anche nominato come rookie of the year della Atlantic Coast Conference della NCAA. 


Matteo Procida, della Fortitudo Bologna, è stata la 36ma scelta dei Portland Trail Blazers, scambiato ai Detroit Pistons.


La 50ma scelta è stata il brindisino Matteo Spagnolo, che dalla Vanoli Cremona passa ai Minnesota Timberwolves.


Andrea Gurrado

venerdì 17 giugno 2022

I Golden State Warriors sono campioni NBA 2022, Boston alza bandiera bianca in gara 6

I Golden State Warriors sono campioni NBA per la stagione 2022 dopo aver vinto gara 6 al TD Garden contro i Boston Celtics per 103-90, per Stephen Curry, Klay Thompson, Draymond Green e coach Steve Kerr è il quarto anello in 8 anni.

Gara 6 finisce con Curry, che sarà anche MVP delle Finals per la prima volta in carriera, in lacrime e che abbraccia il pallone. In campo, Steph ha portato i suoi alla vittoria con una prestazione da 34 punti con 6 triple, gara 6 è stata controllata per tre quarti da Golden State che ha “atteso” che la reazione d’orgoglio di una squadra sfinita come Boston nel primo quarto di gioco, si esaurisse. Il sorpasso avviene sul 24-22 con un canestro da tre punti ovviamente di Steph Curry.


Da quel momento, i Warriors non si guardano più indietro, toccano il +21 (54-33) nel secondo quarto. 

I Celtics sono senza energie anche a livello mentale dopo gara 5, Jayson Tatum cerca di non forzare ma ne esce una prova da 0 tiri liberi con 13 punti e 7 assist, il migliore in campo per Boston è Jaylen Brown con 34 punti, 7 rimbalzi e 3 assist e 12/23 al tiro.


I padroni di casa si riportano nel quarto periodo sul -8 (86-78) con il solito Brown ma a ricacciarli indietro per l’ultima volta è un tiro da tre di Andrew Wiggins, che si conferma con 18 punti e 6 rimbalzi l’MVP “ombra” della finale per Golden State. Coach Ime Udoka ammette la sconfitta nell’ultimo minuto di partita e concede la standing ovation del TD Garden ai suoi titolari, mentre lo starting five di Steve Kerr resta in campo e aspetta la sirena finale per la festa e le lacrime di gioia.


Per coach Steve Kerr è il nono anello da campione NBA se si considera anche la carriera da giocatore tra Chicago e San Antonio, uno dei protagonisti NBA più vincenti di sempre.


Andrea Gurrado

martedì 14 giugno 2022

Nba Finals: I Celtics crollano nel quarto quarto, gara 6 sarà match-point per i Warriors

Gara 5 delle NBA Finals tra i Warriors e Celtics è una fotocopia di gara 3 ma a parti invertite. Se in gara 3 erano stati Warriors a recuperare durante il terzo quarto e a crollare nell’ultimo, stanotte è toccato ai Boston Celtics.

I primi 4 minuti del quarto periodo sono una sentenza, 10-0 Golden State, con in sequenza una tripla di Klay Thompson, un fallo tecnico di Smart e subito dopo un fallo in attacco sempre per Smart che evidenzia tutte le difficoltà che stava affrontando Boston.


Per i Celtics solo 5 punti nei primi 8 minuti del 4° quarto che permettono ai Dubs di volare in fuga. Rimpianto perciò per Boston di aver mollato il colpo e di aver perso una partita che avevano rimesso con fatica in carreggiata.

La differenza chiave in questa partita sono state le palle perse, 18 turnovers di Boston contro i 6 dei Warriors.


I Celtics sono stati sotto 3-2 contro i Milwaukee Bucks nelle semifinali della Eastern Conference, prima di andare in trasferta e vincere gara 6 a Milwaukee – in cui Tatum ha segnato 46 punti – e poi tornare a casa e vincere gara 7.


Ora l’inerzia della serie è tutta dalla parte dei Warriors che hanno un primo match point al Garden di Boston, dove si giocherà giovedi sera, (venerdì notte alle 03:00, ora italiana) una gara 6 da dentro o fuori, per dei Celtics obbligati a vincere.


Andrea Gurrado




sabato 11 giugno 2022

Nba Finals, gara 4, cuore Curry e serie in pareggio

I Golden State Warriors vincono gara 4 al TD Garden di Boston per 107-97 e pareggiano sul 2-2 la serie contro i Celtics, grazie alla prestazione da 43 punti di Stephen Curry.

Lo strappo decisivo per i Warriors con 5 minuti da giocare arriva con un parziale di 10-0 tutto firmato Curry e Klay Thompson, e che mette gli ospiti sul 100-94, massimo vantaggio mai raggiunto in gara 4. Nel quarto periodo, senza più la superiorità a rimbalzo e senza poter contare sui punti in transizione, l’attacco dei Celtics si ferma e Andrew Wiggins e Kevon Looney riescono finalmente a imporsi sotto canestro.


Decisiva anche la scelta di coach Steve Kerr di tenere in panchina per larghi tratti nel secondo tempo un Draymond Green ancora spento, preferendogli Looney e Jordan Poole, il numero 23 di Golden State è però in campo per compiti difensivi nel finale e dà una mano a consolidare il vantaggio costruito da Curry, e chiude con 9 rimbalzi e 8 assist.


La serie torna sul 2-2 al Chase Center di San Francisco per gara 5, dal punto di vista tattico in gara 4 non comporta particolari vantaggi la scelta di coach Kerr di schierare Otto Porter Jr in quintetto al posto di Looney, mentre dalla panchina Jordan Poole regala un paio di fiammate importanti in attacco e segna 14 punti. La miglior spalla per Curry si dimostra Andrew Wiggins, che segna 17 punti con 16 rimbalzi, career high assoluto tra regular season e playoffs.


Andrea Gurrado

giovedì 9 giugno 2022

NBA Finals Game 3: i Celtics vincono in casa 116-100

I Boston Celtics vincono per 116-100 gara 3 delle NBA Finals contro i Golden State Warriors e si portano in vantaggio per 2-1 nella serie.

I Celtics proteggono così il fattore campo con una partita di fisicità e dominanza a rimbalzo.


A fine partita il verdetto a rimbalzo è impietoso e dice 47-31 per i Celtics, con Golden State incapace di opporsi e che concede ben 15 rimbalzi offensivi.

I Warriors sono in svantaggio di 12 punti all’intervallo (68-56) ma hanno il merito, con un grande Curry e le fiammate di Klay Thompson, di riuscire nonostante le difficoltà fisiche e un Draymond Green disastroso, da solo 2 punti e 4 rimbalzi, a issarsi sull’83-82 e chiudere il terzo quarto con i Celtics a tiro (93-89).


Uno sforzo troppo grande per essere prolungato anche nel quarto periodo, quando a propria volta i Celtics si scuotono di dosso le esitazioni della terza frazione e tornano a sfruttare il vantaggio atletico su ogni situazione. É nel quarto quarto infatti che Robert Williams III chiude la porta a Golden State sotto il suo canestro, mentre Grant Williams, Al Horford e anche Smart vanno costantemente a rimbalzo d’attacco dove i Warriors, senza Green che esce per il sesto fallo a 5′ dal termine, e con un Kevon Looney inefficace, iniziano ad affondare.


Nel quarto periodo solo 11 i punti messi a segno da Golden State (23-11). Stephen Curry, a cui non bastano 31 punti con 6 su 11 da tre, si fa male alla gamba sinistra allacciandosi a terra con Al Horford su un pallone contestato, per poi tornare definitivamente in panchina con 2:30 da giocare quando Steve Kerr ammette la sconfitta e inserisce le terze linee.


Gara 4 in programma sempre al TD Garden di Boston sabato 11


Andrea Gurrado

lunedì 6 giugno 2022

NBA Finals, Warriors pareggiano la serie contro i Celtics

I Golden State Warriors dilagano nel secondo tempo e vincono gara 2 delle NBA Finals per 107-88 contro i Boston Celtics, e ora la serie è in parità sull’1-1.

La partita diventa più facile per Golden State solo nel secondo tempo, quando le troppe palle perse di Boston iniziano a pesare sull’attacco dei biancoverdi e nel frattempo anche Jordan Poole e Andrew Wiggins vanno a referto accanto a uno Stephen Curry da 29 punti finali. 

Curry nella prima metà di partita si fa carico per intero o quasi delle responsabilità offensive dei Warriors, e lo fa contro Marcus Smart e nonostante i Celtics provino ad affaticarlo in difesa attaccandolo a ogni cambio difensivo favorevole, con Jayson Tatum, Jaylen Brown e Derrick White.

I Warriors conducono per 52-50 a fine primo tempo, Curry e Tatum sono gli unici due giocatori a trovare il canestro con continuità mentre Klay Thompson e Jordan Poole da una parte, e Jaylen Brown dall’altra, litigano con il canestro.


Nel terzo quarto Golden State sfrutta il calo offensivo di Boston senza però fare il consueto "allungo". La terza frazione finisce 35-14 e viene sigillata da una tripla da metà campo di Jordan Poole che finirà per segnare 15 dei suoi 17 punti nel solo secondo tempo, con 5 su 9 da tre.

I Celtics sono più fallosi rispetto a gara 1, e dopo un bel primo tempo la qualità dei tiri si abbassa, Tatum e Brown sono costretti a forzare e le palle perse salgono fino a quota 18.


In una partita già senza domani, i Golden State Warriors riescono a sopravvivere a un primo tempo in cui solo Curry e Kevon Looney si dimostrano all’altezza in attacco. Draymond Green pare più impegnato ad allacciarsi a duello con Tatum ma in difesa riesce a spezzare i giochi a due dei Celtics quel tanto che basta per rallentare la circolazione di palla.


Rispetto a gara 1, Steve Kerr rinuncia a Andre Iguodala (indisponibile) e schiera per la prima volta dalla serie contro Memphis Gary Payton II, tornato a disposizione dopo l’infortunio al gomito sinistro. Dalla panchina per Golden State si rivede anche Nemamja Bjelica, il serbo si arrangia in difesa in 11 minuti e produce 6 punti con 5 rimbalzi. Kevon Looney gioca una buona gara 2 con 6 su 6 dal campo (con 4 schiacciate), 7 rimbalzi e +24 di parziale.


Con un Thompson fuori fase (4 su 19 al tiro) e un Jordan Poole intimidito per metà partita, l’attacco di Golden State nasce sempre dalle letture di Stephen Curry. Per il numero 30, partita da 29 punti con 5 su 12 da tre, 6 rimbalzi e 4 assist con 3 recuperi difensivi, e la consueta leadership calma. Senza un aiuto concreto in attacco da parte di Thompson e Poole, Steph è stato costretto nelle prime due partite della serie a un super lavoro, ma finora la risposta è stata da MVP.


Gara 3 si sposta ora al TD Garden di Boston per la prossima partita in programma giovedì 9 giugno!


Andrea Gurrado

venerdì 3 giugno 2022

Finali NBA: I Celtics vincono gara 1 con il punteggio di 120-108, Warriors sorpresi al Chase Center

I Boston Celtics conquistano gara 1 delle NBA Finals 2022 al Chase Center di San Francisco grazie a un quarto periodo da 40-16 di parziale e un’incredibile serata da 21 triple a bersaglio su 41 tentativi.

Gli ospiti mettono subito sotto pressione Stephen Curry e compagni, e lo fanno d’autorità, resistendo a un primo quarto da 21 punti e 6 tiri da tre punti a bersaglio di Steph (32-28 il primo parziale) e soprattutto al classico blitz del terzo periodo di Golden State che nella terza frazione si impone per 38-24 ed è avanti anche di 15 punti (87-72).


Ma col tiro da tre punti, nella NBA odierna, nessun parziale per quanto corposo è al sicuro. Boston risorge con i canestri di Marcus Smart, Derrick White e di un grande Al Horford anche in una serata in cui Jayson Tatum non va oltre il 3 su 17 dal campo e si permette il lusso di chiudere gara 1 con un parziale di 21-2 che lascia frastornati gli Warriors.


In gara 1 le due squadre segnano 39 tiri da tre punti combinati, un record assoluto per una partita di NBA Finals. I Warriors chiudono con 19 su 45 e riescono comunque a perdere con uno svantaggio in doppia cifra mentre Boston tira meglio da tre (51.2%) che da due punti (50.6%).


Al Horford segna 26 punti con 6 rimbalzi e 6 su 8 da tre punti, Jaylen Brown ci aggiunge 24 punti con 7 rimbalzi e 5 assist e dalla panchina Derrick White è super: 21 punti con 5 su 8 dalla lunga distanza e nessun timore di prendersi tiri pesanti, così come Marcus Smart. Il difensore dell’anno NBA 2022 si occupa in prima persona di Curry, anche se le distrazioni di squadra del primo quarto sul numero 30 di Golden State sono quasi superficiali e rischiano di costare caro ai Celtics, e in attacco chiude con 18 punti e 3 triple nel solo quarto periodo.

A Golden State non bastano 34 punti con 7 su 14 da tre per Stephen Curry, e 20 punti di Andrew Wiggins, dalla panchina Jordan Poole non riesce ad accendersi e perde nettamente il duello della second unit con White e Payton Pritchard, altro punto a favore di Boston in una gara 1 al limite della perfezione.


La prossima partita sempre al Chase Center il 6 giugno alle 3 ora italiana.


Andrea Gurrado

mercoledì 1 giugno 2022

NBA Finals: Saranno i Golden State Warriors e i Boston Celtics a giocarsi le NBA Finals 2022

Saranno i Golden State Warriors e i Boston Celtics a giocarsi le NBA Finals 2022 che prenderanno il via nella notte italiana tra giovedì 2 giugno e venerdì 3 giugno, come sempre alle 03:00 ora italiana.

Gara 1 e gara 2 si giocheranno al Chase Center di San Francisco in casa dei Warriors, la serie si sposterà quindi al TD Garden di Boston per gara 3 e 4. 


Golden State Warriors-Boston Celtics è una finale del tutto inedita nella storia moderna della NBA, infatti le due squadre si sono incontrate una sola volta alle Finals nel 1964 e in campo c’erano Wilt Chamberlain, Al Attles, Nate Thurmond, Bill Russell, Tommy Heinsohn, John Havlicek e Sam Jones. Vinsero allora i Celtics per 4-1.

I Golden State Warriors di Stephen Curry, Klay Thompson, Draymond Green e coach Steve Kerr giocheranno la sesta finale NBA nelle ultime 8 stagioni, e la prima dal 2019 quando persero per 4-2 contro i Toronto Raptors nella serie degli infortuni di Kevin Durant e Klay Thompson. 

I Dubs giocheranno per il quarto titolo NBA dal 2015 e per il sesto anello nella storia della franchigia.


I Boston Celtics sono tornati alle NBA Finals dopo 12 anni, era infatti il 2010 quando il big three Pierce-Garnett-Allen perse in 7 partite contro i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant, Pau Gasol e coach Phil Jackson. Quella del 2022 sarà la prima finale NBA dell’era dei “Jays” Tatum e Brown, i Celtics avevano perso alle finali di conference nel 2017, nel 2018 e nel 2020 nella “bolla” di Orlando.

Golden State è arrivata alle Finals 2022 perdendo appena 4 partite e superando per 4-1 i Nuggets al primo turno, per 4-2 i Grizzlies alle semifinali di conference e ancora per 4-1 i Mavericks alle Conference Finals. Più tortuoso il percorso dei Celtics, che hanno travolto per 4-0 i Brooklyn Nets di Kevin Durant al primo turno e hanno poi avuto bisogno di 7 partite per battere i campioni in carica dei Milwaukee Bucks e i Miami Heat testa di serie numero 1 a Est.



NBA Finals 2022: la programmazione delle partite e l’orario italiano

  • Gara 1 Celtics @ Warriors, venerdì 3 giugno ore 3:00
  • Gara 2 Celtics @ Warriors, lunedì 6 giugno ore 3:00
  • Gara 3 Warriors @ Celtics, giovedì 9 giugno ore 3:00
  • Gara 4 Warriors @ Celtics, sabato 11 giugno ore 3:00
  • Gara 5 Celtics @ Warriors (se necessaria), martedì 14 giugno ore 3:00
  • Gara 6 Warriors @ Celtics (se necessaria), venerdì 17 giugno ore 3:00
  • Gara 7 Celtics @ Warriors (se necessaria), mercoledì 20 giugno ore 3:00 


Il formato delle NBA Finals 2022 sarà sempre quello del 2-2-1-1-1, con la squadra col fattore campo in virtù del migliori record in regular season, i Golden State Warriors, che avrà il vantaggio di un’eventuale gara 7 in casa al Chase Center.


Andrea Gurrado

lunedì 7 febbraio 2022

Nba: All-star game, ecco le riserve e i roster completi per Cleveland

Nominate le 14 riserve, 7 per parte, che completeranno Team LeBron e Team Durant all’All-Star Game NBA 2022 di Cleveland, Ohio, in programma domenica 20 febbraio.


I 30 allenatori NBA hanno votato per selezionare 14 giocatori che si aggiungono ai 10 titolari annunciati giovedì scorso e scelti dai tifosi online e sui social, e da un “comitato” di atleti NBA e giornalisti accreditati.



All-Star Game NBA 2022, i convocati a Ovest:

Devin Booker (Suns)

Luka Doncic (Mavs)

Rudy Gobert (Jazz)

Draymond Green (Warriors)*

Donovan Mitchell (Jazz)

Chris Paul (Suns)

Karl-Anthony Towns       (Timberwolves)


All-Star Game NBA 2022, i convocati a Est:

Zach LaVine (Bulls)

Jimmy Butler (Heat)

Khris Middleton (Bucks)

Darius Garland (Cavs)

Jayson Tatum (Celtics)

James Harden (Nets)

Fred VanVleet (Raptors)

*Draymond Green ha già annunciato che non sarà della partita a causa di un infortunio, toccherà al Commissioner NBA Adam Silver scegliere e convocare un sostituto tra i giocatori eleggibili della Western Conference, senza distinzione di ruolo.

Saranno due gli esordienti tra le riserve All-Star, che si aggiungono ai debutti di Andrew Wiggins e Ja Morant in quintetto base, ovvero quelli di Darius Garland dei Cleveland Cavs, al suo terzo anno nella lega e che giocherà in casa nella sua Rocket Mortgage Arena, e Fred VanVleet dei Toronto Raptors, campione NBA nel 2019 e star della squadra canadese.

Chris Paul, uno dei candidati MVP al momento, si conferma con la dodicesima convocazione in carriera, appena davanti a James Harden dei Nets che raggiunge quota 10 chiamate. Ritorno dopo 3 anni alla partita delle stelle anche per Karl-Anthony Towns di Minnesota, e per Khris Middleton dei Bucks: per entrambi si tratta della terza convocazione in carriera.

Con DeMar DeRozan e Zach LaVine, i Chicago Bulls portano due giocatori all’All-Star Game così come i Milwaukee Bucks con Giannis Antetokounmpo e Middleton, e i Brooklyn Nets con Kevin Durant e James Harden. A Ovest è tripletta per i Golden State Warriors con Stephen Curry, Andrew Wiggins e Draymond Green mentre Suns e Jazz portano due giocatori con Paul e Booker, e con Gobert e Mitchell.

Per Luka Doncic dei Mavericks, battuto nella corsa al quintetto base da Wiggins, è il terzo All-Star Game in carriera così come per Jayson Tatum.

I 24 giocatori saranno divisi a Cleveland in due squadre, Team LeBron e Team Durant, con LeBron James e Kevin Durant che in quanto giocatori più votati e capitani sceglieranno le proprie squadre in uno speciale draft a due giri: il primo per i titolari, il secondo per le riserve. Il draft si terrà giovedì prossimo, nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11 febbraio.

Kevin Durant è infortunato e salterà l’All-Star Game, anche in questo caso toccherà a Adam Silver convocare un sostituto per la superstar dei Brooklyn Nets.


Andrea Gurrado

domenica 6 febbraio 2022

Il trofeo per l'all-star MVP ridisegnato in onore di Kobe Bryant

All’artista Victor Solomon è stato assegnato un compito non facile: ridisegnare il Kobe Bryant All-Star MVP Award.

Il risultato ottenuto? Un Kobe Bryant All-Star MVP Award ricco di simbolismo, che onora l’eredità del Black Mamba.

Il trofeo, ribattezzato con il nome di Kobe in seguito alla sua morte, possiede una base e 4 livelli in cima, ed è stato dotato di diversi elementi per onorare le realizzazioni di tutta la sua leggendaria carriera ventennale. 

In particolare, c’è una base a 8 lati, che rappresenta la maglia numero 8 che Bryant ha indossato per la prima metà della sua carriera. La base è alta 2 pollici, in riferimento al suo premio di All-Star MVP 2002, e possiede 18 stelle per rappresentare le sue 18 selezioni all'All-Star Game. Il primo livello è alto 7 pollici, in riferimento al suo All-Star MVP del 2007, e possiede 24 stelle per rappresentare il numero 24, che Kobe ha indossato nella seconda metà della sua carriera. Il secondo livello arriva invece a 9 pollici, a simboleggiare il suo All-Star MVP del 2009, e possiede 10 stelle che rappresentano sia i 10 titolari dell’All-Star Game, che la maglia numero 10 che Kobe indossava con Team USA. Il terzo livello è alto 11 pollici, per rappresentare il suo All-Star MVP del 2011, e le sue 5 stelle rappresentano i 5 titoli NBA di Kobe con i Los Angeles Lakers. Infine, c’è un quarto livello di 2 pollici, che rappresenta i suoi due premi di MVP delle Finals, ed ha una sola stella per la sua nomina di MVP del 2008.

La NBA e Solomon hanno poi mostrato anche le loro versioni rimodellate del resto dei trofei che verranno consegnati durante l’All-Star Weekend, tra cui: il celebrity game MVP, il Rising Stars Challenge MVP, il premio per la clutch challenge (una nuova competizione di tiro) e i trofei per la skills challenge, il dunk contest e il 3-point contest.

Andrea Gurrado

Il trofeo




venerdì 3 dicembre 2021

NBA: LeBron James falso positivo al Covid

Secondo quanto riportato da ESPN, quello di LeBron James è stato un caso di falsa positività al Covid-19, visto che prima di tornare a Los Angeles da Sacramento, è stato sottoposto a ben 8 test da sabato e, in ognuno di questi, il giocatore è risultato negativo.

Di conseguenza LeBron James è già pronto a tornare in campo e lo farà nella gara che si giocherà tra venerdì e sabato contro i rivali dei Los Angeles Clippers, in quello che rappresenta il derby di Los Angeles.

Non ci resta che aspettare...


Andrea Gurrado

mercoledì 1 dicembre 2021

NBA: LeBron James entra nel protocollo anticovid

LeBron James non ha giocato la partita tra Los Angeles Lakers e Sacramento Kings di martedì notte, e si trova nel protocollo Covid della NBA. Di conseguenza, LeBron salterà diverse partite.

I Lakers hanno vinto 117-92 a Sacramento, con 25 punti di Anthony Davis e un ottimo Malik Monk dalla panchina. 

LeBron aveva viaggiato con la squadra a Sacramento, ma poi è poi tornato a Los Angeles poche ore prima della partita.

Ora James andrà incontro ad almeno 10 giorni di isolamento, senza possibilità di allenarsi, una volta passato tale periodo dovrà sottoporsi ai richiesti test di idoneità fisica prima di poter riprendere l’attività e tornare in campo. Un’assenza che potrebbe dunque protrarsi per almeno due o tre settimane. In questa stagione, James ha disputato sole 11 partite a causa di due problemi fisici diversi, il primo alla gamba destra e il secondo, più serio, uno stiramento addominale che lo ha tenuto fuori per 15 giorni a novembre.


Articolo di Andrea Gurrado

lunedì 1 novembre 2021

1^ NOVEMBRE 1946, LA PRIMA PARTITA DELLA STORIA DELLA NBA 75 ANNI FA


1 novembre 1946. In un mondo che si stava rialzando dopo la Seconda Guerra Mondiale, a Toronto si giocava una partita che era già storia. Al Maple Leafs Garden di Toronto, in un’arena lontana anni luce dalla ScotiaBank Arena che conosciamo, andava in scena la prima vera partita della storia della NBA, che all’epoca si chiamava ancora BAA, Basketball Association of America, e che avrebbe cambiato nome tre anni più tardi, per non cambiarlo più. Sul parquet del Garden si affrontavano infatti i New York Knicks contro i canadesi dei Toronto Huskies, “antenati” degli odierni Raptors.

La cornice della partita, finita con il risultato di 68-66 per i Knicks, era il Maple Leaf Gardens, casa degli Huskies nella loro unica stagione di sempre, conclusasi con un record di 22-38 e un modesto sesto posto nella Eastern Division, antenata della Eastern Conference, fuori dai playoffs poi vinti dai Philadelphia Warriors, precursori dei Golden State Warriors, che vinsero le prime NBA Finals della storia battendo 4-1 i Chicago Stags. 

Le aspettative per un grande incontro c’erano tutte, e sulle gradinate del Garden si contavano addirittura 7.090 spettatori, un’ottima cornice di pubblico, se si considera che in Canada l’hockey era lo sport di punta e il basket, come detto, si giocava più a livello collegiale, senza avere un’idea precisa di professionismo. Le aspettative non vennero tradite grazie a un match giocato ad altissimi ritmi e con le squadre guidate dai loro migliori marcatori: Ossie Schectman, autore di 11 punti per i Knicks e la coppia George Nostrand-Ed Sadowski (che di quella squadra fu anche allenatore), autori rispettivamente di 16 e 18 punti.

Un altro aspetto molto curioso furono i prezzi dei biglietti, molto popolari: si potevanoacquistare per un prezzo che viaggiava tra i 75 centesimi e i 2 dollari e 50. E per i mezzi dell’epoca, la partita venne pubblicizzata anche in maniera massiccia ma anche con un pizzico di originalità: chi era più alto di George Nostrand, giocatore di 203 centimetri della squadra di casa, aveva la possibilità di entrare gratuitamente.


SOTTO GLI ARTICOLI  DI  GIORNALI DI QUEL GIORNO




Andrea GURRADO

martedì 19 ottobre 2021

NBA75: AL VIA IL CAMPIONATO DI BASKET PIÙ SPETTACOLARE AL MONDO


Si parte! Martedì notte prenderà il via la 75ma edizione del campionato di basket NBA più spettacolare e seguito al mondo. Le stelle della NBA giocano su Sky.

Sky dedicherà un canale a Regular Season, Playoffs, Conference Finals e le Finals per il titolo con oltre 300 partite, fino a 12 incontri live a settimana della stagione regolare e gli NBA Sundays in prime time la domenica sera. Inoltre: il Christmas Day di Natale, il Martin Luther King Day e il ritorno dell’All Star Game. 

Si parte con la prima partita live con in campo i campioni di Milwaukee: BUCKS-NETS ore 1.30, notte martedì 19-mercoledì 20 ottobre in diretta su Sky Sport NBA e Sky Sport Uno

Anche quest’anno, e fino alla stagione 2022/2023, il grande basket americano NBA è di casa su Sky con la possibilità di ammirare da vicino tutti i grandi campioni grazie a Sky Sport NBA (209), il canale dedicato e di riferimento del torneo a stelle e strisce, accesso 24 ore su 24, anche con highlights, sintesi dei match, rubriche, speciali e le analisi delle partite, oltre alle dirette degli incontri e alle differite del giorno dopo.

Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre il via alla Regular Season, cui faranno seguito i Playoffs, dal 16 aprile 2022, anche con le Conference Finals, e le Finals per l’anello, in programma a inizio giugno.

Tutto questo senza dimenticare i tradizionali appuntamenti con il Christmas Day, il 25 dicembre, e il Martin Luther King Day, previsto per il 17 gennaio 2022, oltre al ritorno dell’attesa partita delle stelle, l’All Star Game, che si terrà il 20 febbraio del prossimo anno a Cleveland.

Sui parquet americani anche un italiano, Danilo Gallinari, con la maglia degli Atlanta Hawks, che avremo la possibilità di vedere sul parquet nella notte tra il 21 e il 22 ottobre.

Si parte, dunque, nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 ottobre con due partite live su Sky Sport NBA e Sky Sport Uno. Alle ore 1.30, i detentori del titolo dei Bucks esordiranno affrontando i Brooklyn Nets; si gioca a Milwaukee, con cerimonia di consegna dell’anello ai campioni 2020/2021. Alle ore 4, invece, in campo Los Angeles Lakers e Golden State Warriors. 

Su Sky e in streaming su NOW fino a 12 incontri live a settimana (in italiano o in lingua originale), per un totale di oltre 300 sfide e più di 45 partite in prime time con commento in italiano, in particolare il sabato e la domenica in occasione dell’NBA Sundays.

Confermato l’appuntamento settimanale con la rubrica “NBA Action”, oltre a diversi speciali dedicati alla NBA.

La “squadra NBA” di Sky sarà formata da Flavio Tranquillo, Alessandro Mamoli, Francesco Bonfardeci e Dario Vismara, che cureranno le telecronache, da Davide Pessina, Marco Crespi, Matteo Soragna e Mauro Bevacqua, che si occuperanno del commento.

E in NBA è anche tempo di celebrazioni, in occasione del 75mo anniversario della National Basketball Association, fondata nel giugno del 1946: su Sky Sport nel corso della stagione appuntamenti speciali con “Basket Room”, dedicati soprattutto al passato, con racconti, storie, personaggi e altro ancora.  

La programmazione NBA (Regular Season) dal 19 al 22 ottobre live: 


Notte martedì 19-mercoledì 20 ottobre

Ore 1.30  Milwaukee Bucks-Brooklyn Nets su Sky Sport NBA e Sky Sport Uno commento live Alessandro Mamoli e Matteo Soragna

Ore 4  Los Angeles Lakers-Golden State Warriors su Sky Sport NBA e Sky Sport Uno commento live originale

Notte mercoledì 20-giovedì 21 ottobre 

Ore 1 Charlotte Hornets-Indiana Pacers

Ore 4  Portland Trail Blazers-Sacramento Kings

Notte giovedì 21-venerdì 22 ottobre

Ore 1.30 Atlanta Hawks-Dallas Mavericks

Ore 2 Miami Heat-Milwaukee Bucks


Andrea Gurrado

mercoledì 13 ottobre 2021

MICHAEL JORDAN: “VACCINI? CREDO NELLA SCIENZA E APPOGGIO LE DECISIONI DELLA NBA”

Michael Jordan è stato ospite di “TODAY”, talk show di NBC, e ha espresso il suo appoggio alla NBA per la sua politica di sensibilizzazione con i suoi atleti riguardo al vaccino anti Covid, uno dei temi più importanti di questo inizio di stagione 2021\22.

Jordan, oggi proprietario degli Charlotte Hornets, ha spiegato di essere “in perfetta sintonia” con la NBA: “Se sono preoccupato dai protocolli adottati? Per nulla, sono in perfetto accordo con la NBA. Si è parlato tantissimo di vaccini, io credo fermamente nella scienza e non cambierò idea, e mi auguro che tutti possano adeguarsi alle decisioni che la Lega prenderà. Se tutti noi ci adatteremo, le cose andranno bene“.

La domanda era arrivata a seguito di una riflessione di Michael Jordan, sull’importanza per le squadre in lotta per il titolo “di restare in salute“, discorso che aveva compreso anche il Covid e le sue problematiche. “Chi vincerà il titolo? Credo molto in Milwaukee, poi ci sono Brooklyn e Miami. I miei Bulls hanno cambiato molto e potrebbero tornare a dire la loro a Est, chissà. Penso che chiunque riesca a gestire bene la questione Covid, avrà le sue chance“.

La NBA, in accordo con il sindacato NBPA dei giocatori, non ha imposto alcun obbligo vaccinale per i suoi atleti. Oggi, secondo la NBPA, il 95% dei giocatori NBA è vaccinato contro il Covid, con alcune eccezioni note come quelle di Bradley Beal (Wizards), Jonathan Isaac (Magic) e Trey Burke (Mavs), che hanno spiegato le loro ragioni. Il caso più eclatante resta quello di Kyrie Irving dei Brooklyn Nets.


Andrea Gurrado

martedì 12 ottobre 2021

NBA: Ultim'ora: Irving fuori squadra


I Brooklyn Nets hanno deciso: Kyrie Irving è fuori squadra “finché non sarà in grado di partecipare appieno” agli allenamenti e partite. Ad annunciare la notizia sono gli stessi Nets in un comunicato.


Ecco Sean Marks, general manager della squadra: “Visto l’evolversi della situazione, e dopo una ponderata riflessione, abbiamo deciso che Kyrie Irving non potrà giocare o allenarsi con la squadra finché non sarà in grado di partecipare appieno” alle attività.


“Kyrie ha compiuto una scelta personale, e noi rispettiamo la sua decisione e il suo diritto di scelta. In questo momento, la sua scelta gli impedisce di fare parte a tempo pieno della squadra, e noi non possiamo permettere ad alcun membro di farne parte con soluzioni part-time. E’ imperativo per noi continuare a costruire un’intesa di squadra, e restare leali ai principi di sacrificio comune e partecipazione che abbiamo stabilito da tempo. I nostri obiettivi di vittoria del titolo non sono cambiati, e per arrivare a tale traguardo, ogni membro della nostra organizzazione deve remare nella stessa direzione. Siamo elettrizzati all’idea di iniziare la nuova stagione, e abbiamo fiducia in una campagna di successo, e che renderà orgogliosa tutta Brooklyn".


Andrea Gurrado

NBA: Irving non giocherà le partite in casa dei Brooklyn Nets


Irving, non vaccinato contro il Covid, non potrà mettere piede al Barclays Center di Brooklyn dove i Nets giocano le partite casalinghe. Senza ammetterlo apertamente, Nash ha di fatto confermato che Kyrie non intende, almeno per il momento, vaccinarsi per mettersi in regola con le stringenti norme sanitarie in vigore oggi a New York, e che prevedono la vaccinazione obbligatoria per l’accesso a luoghi ed eventi pubblici al chiuso per i maggiori di 12 anni.

“Riconosciamo il fatto che Irving non giocherà le partite in casa in questa stagione. Sappiamo per certo che saremo costretti a giocare delle partite senza di lui, ora si tratta di vedere quando, e quante saranno“, così Steve Nash ha confermato che Irving non giocherà la prossima partita di preseason contro i 76ers a Philadelphia.

“Tutto può cambiare però, l’ordinanza cittadina potrebbe cambiare. Per ora non sarà disponibile, sappiamo solo questo“.

Solo venerdì a Irving era stato dato il benestare per allenarsi con la squadra al HSS Training Center dei Nets, riconosciuto quale edificio commerciale privato di proprietà dei Nets (seppure una parte dell’edificio sia dedicata al pubblico) e pertanto esclusa dall’ordinanza sanitaria in vigore a New York. Una scappatoia, che potrebbe non essere l’ultima per aggirare le regole, attenendovi almeno all’apparenza.

L’obbligo vaccinale vale infatti per i soli residenti a New York. Questo significa, nel caso dei giocatoti NBA, che gli atleti di altre squadre, non vaccinati, potranno comunque accedere all’arena seguendo i protocolli del caso (tamponi e “consegna” in hotel). Irving, che risiede nel New Jersey, potrebbe tecnicamente trasferire la propria residenza al di fuori dello Stato di New York.

Ipotesi cui Nash non ha ovviamente potuto rispondere: “Non saprei. I giocatori delle altre squadre possono venire qui anche da non vaccinati, qui le regole cambiano, ma non so“. Coach Nash ha poi confermato che “non vede Irving da una settimana” e che non sa in che condizioni fisiche sia al momento: “Domenica si è allenato ma non ha fatto abbastanza per giudicare in che condizioni sia, ma riaverlo in campo è stato bello. E’ una situazione in cui non ci sono precedenti, e non c’è un modo migliore di un altro per affrontarla. Lo scopriremo solo vivendo".


Andrea Gurrado

mercoledì 6 ottobre 2021

NBA: accordo per le sanzioni ai giocatori non vaccinati


NBA e sindacato NBPA giocatori hanno raggiunto un accordo sulle trattenute di stipendio previste per quei giocatori che salteranno delle partite in stagione, perché non vaccinati e impossibilitati a scendere in campo dalle norme sanitarie locali nei diversi stati e città americane.

Ogni giocatore perderà 1\91.6 del suo stipendio annuale per ogni partita saltata, le trattenute partiranno si dalla preseason, che è iniziata domenica. A oggi, sono Kyrie Irving, Bradley Beal, Jonathan Isaac, Michael Porter Jr e Trey Burke alcuni dei giocatori non ancora vaccinati contro il Covid. Andrew Wiggins dei Golden State Warriors si è vaccinato nei giorni scorsi e potrà scendere regolarmente in campo.

La posizione di Irving rischia di diventare scomoda. Come ormai noto, la città di New York richiede vaccinazione e certificato obbligatori per l’accesso a luoghi pubblici ed eventi al chiuso, per i maggiori di 12 anni d’età, e così stanti le regole, da non vaccinato Kyrie Irving non potrebbe né giocare, né accedere alle strutture d’allenamento dei Nets. La squadra ha tenuto il suo training camp a San Diego, in California.

Se la regular season NBA iniziasse oggi Irving non potrebbe dunque giocare le partite in casa a Brooklyn, 41 su 82 totali. Il calcolo sul suo stipendio è presto fatto: oggi Irving perderebbe circa 380mila dollari a partita, circa 15 milioni in una sola stagione, proiettati.

I Nets torneranno a Brooklyn oggi, mentre il 9 ottobre scenderanno in campo al Barclay Center contro i Milwaukee Bucks per la seconda partita della loro pre-season. Kyrie Irving potrà scenderà in campo?

Aspettiamo aggiornamenti 


Andrea Gurrado