Quali sono le differenze tra uno sport di squadra, come il basket, e uno individuale come il karate?
“Le differenze sono tantissime. Io vengo – spiega Maniscalco – da uno sport individuale, io sono un individualista, sin da bambino. Anche quando giocavo a calcio si vedeva che ero un individualista, perché quando prendevo la palla non la passavo a nessuno. Anche se oggi faccio parte della NICO, Nazionale Italiana Olimpionici di Calcio, che mi ha fatto calare nella realtà degli sport di squadra. Nello sport individuale sei te stesso, vinci con te stesso, perdi con te stesso; nello sport di squadra, secondo me, puoi anche un po’ rilassarti perché sai che comunque hai una squadra dietro, che può anche fare la differenza. Nello sport individuale sei te stesso anche durante il pre-gara e il fine gara, soprattutto quando hai vinto, perché, come spesso si dice, la vittoria ha cento padre e la sconfitta è orfana”.
Ha mai pensato di giocare a basket? Segue la pallacanestro?
“Da piccolino ho giocato a basket. Ho fatto parte anche della Nazionale Artisti di Basket e ho giocato a livello amatoriale. Il basket è uno sport che mi piace tantissimo, anche perché ha molte congruenze con il karate per gli spostamenti, per l’uno contro uno. Quindi ho sempre seguito il basket, soprattutto l’NBA perché in America si marca ad uomo e quindi “torna” lo sport individuale, l’uno contro uno. La pallacanestro italiana, invece, lavora più sulla zona, quindi un lavoro un po’ più tattico. Nel tempo ho apprezzato giocatori come Kobe Bryant, Michael Jordan e Lebron James”.
La Basilicata e il karate. La famiglia d’Onofrio da Santarcangelo e la famiglia Zaccaro da Matera. Un suo pensiero.
“La Basilicata ha una grandissima tradizione nel karate. Sia con la famiglia D’Onofrio che con gli Zaccaro. Per esempio c’è stata Vincenzo D’Onofrio, capostipite della famiglia, che ora fa da maestro. Ci sono Francesco e Terryana che sono due grandissimi combattenti. Francesco nel kumitè ha vinto anche i campionati universitari, Terryana è una grandissima campionessa ed è nella nazionale di kata. Per quanto riguarda la famiglia Zaccaro, Giuseppe il capofamiglia è uno dei più grandi arbitri a livello mondiale, il figlio Peppe è stato un mio collega della Fiamme Gialle con cui mi sono allenato, lui è un grande atleta della categoria 80 kg, nutro nei suoi confronti un grandissimo affetto. Poi c’è Anna Maria Zaccaro che è stata anche lei campionessa del kata”.
Da un campione affermato ad un campione del futuro: cosa si sente di dire ad un bambino che intraprende la strada dello sport?
“Ad un bambino dico che bisogna avere tanta dedizione, passione e pazienza. La pazienza è la virtù dei forti. E poi serve anche tanta umiltà, perché i primi risultati che verranno non devono essere quelli che ci consacrano, ma sono quelli che ci portano a migliorare”.
Infine uno sguardo a Matera.
“La mia fidanzata è lucana, di Melfi. Con lei lo scorso primo maggio abbiamo visitato Matera, anche se in realtà io ci ero già stato per i campionati italiani, ma in quell’occasione non ho avuto l’opportunità di visitarla. Nei giorni scorsi ha finalmente visto la bellezza di questa città fantastica, i Sassi. Ho assaporato l’antichità, la bellezza di Matera e dell’Italia in genere”.
Ora non resta che attendere Stefano Maniscalco per un nuovo tour tra i Sassi.
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