L'anno scorso era a Bergamo in A2 in pieno lockdown e nella città più colpita d'Italia, ricordiamo che i campionati si sono stoppati a marzo, sono ripresi a novembre con formule diverse con i gironi divisi in due per vicinanza geografica e protocolli rigidi per contrastare il Covid-19. Questa stagione ha deciso di avvicinarsi a casa anche scendendo di categoria ma convinto dai progetti avellinesi.
Abbiamo posto a lui qualche domanda su come ha vissuto quella situazione e su questo campionato in corso e lui gentilmente si è concesso e lo ringraziamo per la disponibilità.
Alessandro, come valuti la stagione di Avellino finora?
La stagione nel complesso buona, non tenendo conto dei punti di penalizzazione abbiamo fatto 4 vittorie per 8 punti in classifica e dal mio punto di vista vedendo la squadra ha le potenzialità di poter fare bene per portarci qualche punto in più nel girone d'andata per poi continuare su quella scia anche in quello di ritorno.
Veniamo a te, come valuti la tua stagione?
La mia stagione non la posso valutare appieno, devo entrare a pieno regime, devo entrare sia a livello tecnico che fisico, considerando che a novembre ho avuto un infortunio forse anche dovuto al lungo stop. Considerando che fra Covid e infortunio sono stato fermo quasi un anno.
Causa Covid si sta giocando a porte chiuse, si sta vedendo al differenza di quando si gioca con il pubblico?
Si, la differenza si vede tantissimo, soprattutto per chi come me è un giocatore agonista, la mancanza si sente soprattutto in casa, e considerando la piazza di Avellino che una delle piazze più calde d'Italia si sente ancor di più.
Cosa hai fatto durante il primo lockdown e questo che lo potremmo considerare un mini lockdown, e cosa ne pensi delle regole messe dal Governo?
Nel primo lockdown ero a Bergamo (la città più colpita) ero in casa, ovviamente cercavo di tenermi in forma per quello che era possibile, ma mi sono dato molto alla lettura che mi ha aperto la mente. E poi giocavo alla play e videochiamavo i miei cari che comunque erano lontani.
Per quanto riguardo le regole fatte non le posso criticare, perché era una situazione mai accaduta prima, molto complessa da gestire e immagino anche loro siano stati in difficoltà. Tuttavia alcune cose potevano essere gestite meglio, tipo i fondi, e io personalmente avrei fatto un lockdown più rigido all'inizio.
Come stai vivendo il periodo fra tamponi e limitazioni?
Tamponi, il primo avevo un po' d'ansia ora sono diventati una routine, li facciamo ogni settimana, mentre per quanto riguarda le limitazioni, non vedo l'ora di tornare alla normalità, anche se ci sto facendo l'abitudine, cerco di non uscire e sto con le persone più strette come la mia ragazza.
Dove vuole arrivare Avelino e dove vuoi arrivare tu?
Avellino ha delle ottime aspettative e avremo delle ottime possibilità di realizzarle, l'asticella è alta, ma pensiamo prima a salvarci e poi ai playoff, anche per il futuro ci sono delle ottime prospettive. La mia volontà è dare una mano alla società in cui sono adesso, per il futuro vorrei salire di categoria anche se quest'anno sono sceso di mia volontà spero di risalire con la società avellinese dove mi sto trovando benissimo.
Voi siete una squadra giovane, come potete equilibrare la cosa in vista delle prossime partite per lasciare l'ultimo posto?
Siamo una squadra giovane e lo abbiamo dimostrato lasciando un po' di punti nelle ultime partite, le squadre giovani sono cosi, sono imprevedibili. Dobbiamo compattarci, diventare un blocco unico e fidarci uno dell'altro. Così ci potremo togliere delle soddisfazioni e lasciare l'ultimo posto.
RINGRAZIAMO ALESSANDRO MARRA PER LA DISPONIBILITÀ
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